mercoledì 30 marzo 2011

IL CORTO DEL GIOVANE REGISTA BERNALDESE Primi riconoscimenti per Stand by me :




Un altro riconoscimento per il giovane regista bernaldese, Giuseppe Marco Albano, è giunto dopo la prima del suo cortometraggio del tutto originale del 16 marzo scorso a Matera.
”Stand by me”, può vantare, infatti, già tre nomination al festival di Ravello "A corto di idee": miglior corto, migliore regia, a cura di Giuseppe Marco Albano e migliore attore protagonista, l'attore materano Antonio Andrisani.
Ma c’è di più: sarà una delle attrazioni del “Tanexpo 2012”, l'esposizione internazionale di arte funeraria e cimiteriale che si tiene in primavera a Bologna. E non solo:il corto,prodotto dalla Logic Film e da Basiliciak, parteciperà ai maggiori festival nazionali e internazionali.
Il cortometraggio è una commedia grottesca che narra le vicende di un imprenditore di
onoranze funebri, il geniale Cav. Pacucci (Antonio Andrisani) il quale, attraverso un’idea alquanto
bizzarra tenterà di portare beneficio alla propria azienda e al territorio.
Questa in sintesi la trama del corto, ma da dove nasce l’idea di raccontare, in forma così originale, una storia del tutto “anomala?”
“L'idea non è mia,-afferma Giuseppe Albano- io volevo raccontare una storia su di una famiglia che lavora nel campo funerario, impresa di pompe funebri in gergo. I mio amico, nonchè scrittore Damiano Laterza, mi ha consigliato di scrivere una storia come STAND BY ME: l'idea è sua, in seguito sceneggiata da me al fianco di Antonio Andrisani, lo stesso attore protagonista del corto”
Quanto tempo hai impiegato per la sua realizzazione?
“Dalla fase di ideazione alla fase di post produzione sono passati circa 6 mesi, i tempi purtroppo sono così lunghi esclusivamente per la mancanza di fondi, avrei realizzato lo stesso in un mese se avessi avuto le spalle coperte economicamente.”
Com’è stata accolta la tua proposta di girare un corto del tutto inusuale?
“La reazione, dagli addetti ai lavori ai piccoli privati che abbiamo coinvolto nel progetto:erano molto entusiasti dell'idea della storia, perchè nuova, fresca, divertente e molto particolare, insomma raccontare la storia di un uomo che lavora nel campo funebre non è di tutti i giorni.Fortunatamente abbiamo avuto l'aiuto di piccoli privati che hanno sostenuto in diverso modo il nostro progetto.”
Tanta voglia, insomma di sostenere, il tuo progetto.Così come numerosa la partecipazione. E allora, ricordiamo i principali collaboratori?
“ Si, una partecipazione entusiasta. Ed io sono davvero orgoglioso di ciò che è stato fatto e di chi ha collaborato con me. In primis, La produzione Logic Film, l'associazione culturale basiliciak, e poi amici tra attori, attrici, tecnici e semplici assistenti, che lavorano ogni giorno e vivono di questo lavoro, perchè si,il cinema è un lavoro che va rispettato ed apprezzato come tutti gli altri normali lavori.
La gente pensa che giochiamo o addirittura siamo giovani a cui non va di faticare, noi siamo dei lavoratori come gli altri, il cinema è il nostro lavoro;raccontare le storie per cercare di cambiare qualcosa, o forse solamente per allontanare dallo stress quotidiano lo spettatore che viene a vedere il lavoro finito. Molti volontari, molti amici, non è da soli che si fa il cinema ma in tanti, bisogna essere uniti e credere sempre nello stesso identico sogno, quello del cinema indipendente. Nessuno ci sostiene, siamo noi a sostenerci da soli senza l'aiuto di nessuno. Li vorrei ringraziare tutti, e con loro, anche tutti coloro che numerosi, sono venuti a vedere la prima.”

giovedì 24 marzo 2011

L'alluvione a Metaponto:chiuso il centro operativo



da Controsenso del mercoledi del 21 marzo 2011
Terminata la prima fase dell’emergenza restano tutti i drammatici problemi denunciati.
Parla il dirigente della Protezione civile, ingegner Basile


 
Si è chiuso ieri pomeriggio il COM(Centro Operativo Misto), che ricordiamo essere la struttura operativa comprensoriale istituita ed attivata immediatamente dalla Regione per far fronte all’emergenza dell’alluvione che ha colpito il materano lo scorso 1°marzo.
La decisione è stata presa da tutte le figure che hanno rappresentato le funzioni di supporto attivate in questi giorni e convocata nella sede del Prefetto in tarda mattinata, alla quale ha preso parte anche il Dirigente dell’Ufficio Regionale della Protezione Civile,  l’ Ing. Giuseppe Basile, cui è stato chiesto di fornirci delle informazioni in merito alle decisioni prese ieri in seno alla riunione.
Il COM è stato gestito per 10 giorni interamente dalla Regione che nell’immediato ha attivato tutti i canali per assicurare la rapidità degli interventi e il coordinamento delle forze sociali ed istituzionali che ne facevano parte, contattando tutti i sindaci dei comuni delle aree colpite e le associazioni di volontariato e della protezione civile a soccorso ed ausilio delle popolazioni interessate. Dopo questi primi giorni ,il compito di seguire e coordinare le azioni di intervento è stato assunto dalla Prefettura, che ha assicurato gli interventi necessari in collaborazione anche delle forze dell’esercito che il 4 marzo sono intervenuti a sostegno delle popolazioni,con la presenza sia in una prima fase dei Geni Guastatori,composto da 66 militari che avevano il compito di esplorare le zone colpite registrandone le problematiche, sostituiti, in una seconda fase, dal Corpo dei Genieri, 57 militari che operavano dedicandosi al lavoro di ripristino delle arginature e delle piste interrotte.
La loro presenza come quella del Com, si è ritenuta oggi, non più necessaria, in quanto la prima parte di azione di emergenza si è risolta in termini positivi.” 
A chi  di devono rivolgere i cittadini interessati oggi?
“Il compito ora passa ai Comuni interessati. La Regione Basilicata, però, assicura la sua presenza quotidiana a supporto delle attività anche dei volontari chiamati e ancora presenti in aiuto ai cittadini. Tra queste associazioni è importante ricordare e ringraziare l’importante contributo offerto dalla Croce Rossa,quella di protezione civile di Montalbano -solo per riocrdarne alcuni-e non meno importante,  il  Gruppo Lucano di Protezione Civile,un’associazione in  possesso sia delle professionalità necessarie ad intervenire in casi di calamità eccezionali come quello che si è verificato 20 giorni fa, sia in possesso di mezzi di proprietà finanziati dalla Regione Basilicata.
Anche grazie al loro aiuto, per salvare vite umane ,e soprattutto quelle di una famiglia che non voleva lasciare l’ abitazione, un gruppo di 5 volontari, dicevo, sono stati investiti da un’ondata d’acqua e per salvarsi si sono aggrappati a  dei rami di alberi fino alle 5 del mattino successivo, quando un canotto li ha tratti in salvo. Di questo nessuno ha fatto menzione e sono fortemente convinto che debbano essere ringraziati e meritino un riconoscimento.
Può farci un primo bilancio a 20 giorni dall’evento calamitoso?.
Non si è avuta la possibilità di fornire nell’immediatezza ai cittadini interessati e alle comunità colpite delle informazioni compiute soprattutto a causa della limitatezza delle fonti data dalla stampa che ha evidenziato una visione parziale  della situazione. Il quadro e la visione d’insieme della stessa invece,la Regione, ce l'ha sempre avuta completa ed ha evidenziato e messo a nudo le situazioni critiche del territorio e gli effetti dell’antropizzazione. Ha significato essere un evento di natura nuova e straordinaria per la nostra regione, tenendo conto che non è stato l’unico evento che si è verificato in questo periodo.”
A cosa si riferisce e quali sono state le reazioni e gli interventi della Regione in questi casi?
In effetti si sono verificati ben 3 eventi meteorici da novembre a marzo, di particolare intensità.
Il primo riguarda il 2novembre seguito da quello del 18 febbraio ed infine del 1°marzo. Tre  date topiche i cui avvenimenti si sono ripetuti su un territorio che presenta la sua particolare fragilità.
In occasione dei primi 2 eventi, la Regione inviò già al Governo nazionale la sua dichiarazione di emergenza,che riguardava per di più le infrastrutture colpite nella zona del materano. A marzo, invece,i 100 ml  di pioggia caduta hanno messo a dura prova il territorio, quello metapontino, che presenta delle forti criticità e fragilità, note come zone ad alto rischio di alluvione, da tenere in costante osservazione.”
A proposito di costante monitoraggio del territorio, i Comuni sono pronti ad agire tempestivamente in casi di emergenza?
“Questo è un dato importante da rilevare. Bisogna innanzitutto dire, che i comuni devono per legge, definire un Piano Comunale di Emergenza, costantemente aggiornato, al quale far riferimento in casi come questi. E’lo strumento obbligatorio, dicevo, previsto dalla legge, che individua le aeree sottoposte a rischio. Bernalda, ad esempio è sottoposta a rischio esondazione dei fiumi e dovrebbe costantemente monitorarli al fine di comprendere ante tempo e arginare i danni che potrebbero derivare. Nel metapontino, ad esempio,solo Rotondella e Scanzano si sono dotati di questo importantissimo atto.
E comunque, anche in mancanza di esso, si è riusciti ad attivare azioni immediate. In particolare, nella zona  più colpita, contrada Tarantini, contrada  Serramarina, situate nelle vicinanze del fiume Bradano che ha investito  e distrutto le abitazioni di famiglie,è stato possibile salvare la vita di questa gente grazie al sistema di allertamento dei volontari di Legambiente, Vigili del Fuoco ed altri volontari della Protezione Civile, che ha funzionato ottimamente, permettendo di raggiungere l’obiettivo.
Per cui, tutte le azioni di intervento urgente, in questa situazione, è stato possibile,soprattutto grazie alla capacità delle Regione a mettere in campo tutte le forze e le azioni possibili per comprendere e permettere un celere intervento. L’auspicio è che tutte le amministrazioni comunali si dotino nel più immediato possibile di questo piano che serve in maniera incisiva per coordinare e valutare, in maniera più dettagliata, anche le azioni da mettere in campo.”
Qual è lo scenario che si prospetta oggi? Cosa ci si deve aspettare?
C’è da dire innanzitutto che dopo la dichiarazione del 10 marzo di stato di calamità naturale da parte del Governo, si attende che  da parte del Presidente del Consiglio venga emanata l’ordinanza che ci fornisce le indicazioni sulle misure necessarie da adottare e nomini  un Commissario Delegato.
E’ importante ricordare sottolineare che tutti gli interventi fin’ora eseguiti sono stati a completo carico dell’ente regionale , il quale, oggi ha in suo possesso tutta la documentazione filmata e fotografica che fornisce un’idea dettagliata del fenomeno.
Si è provveduti ad individuare le situazioni di peggiore criticità al fine di indirizzare gli interventi successivi in maniera forte e definitiva, tra cui:
-situazione viaria(strade statali, comunali, viadotti….)
-corsi d’acqua( mancata attenzione da quasi 20 anni per il controllo, la manutenzione dei corsi di   fiumi, estrazioni, realizzazioni manufatti…)
-elevata vulnerabilità del territorio;
-soggetti privati e imprenditoriali colpiti che necessitano di risposte concrete in tempi rapidi;
-e non ultimo il fenomeno dell’erosione costiera che si è accentuato e che mette a dura prova tutto il comparto turistico del territorio.
Bisogna, ora, mettere mano agli interventi urgenti e il commissario delegato sarà chiamato redigere un piano di interventi urgenti per la riduzione del rischio residuo e di ripristino.
Sicuramente i bisogni e le difficoltà della gente colpita rappresentano il primo problema da risolvere. Stiamo lavorando e concentrando le forze  per rispondere ai bisogni nel più immediato possibile. “

Antonella Melillo

venerdì 18 marzo 2011

LA CATASTROFE Coldiretti: acque violate e dimenticate



Circa 2000 ettari colpiti dalle esondazioni,
ma la stima dei danni non è definitiva



Sabato 12 marzo, ore 10,30: davanti all'Hotel Palatinum di Metaponto, sotto un tiepido sole e un leggero vento che smuove le bandiere gialle della Coldiretti, si affrettano i ritardatari. A pochi metri di distanza sono parcheggiati i mezzi dell'Esercito italiano e, alle finestre dell'hotel che affaccia sulla S.S. 106, alcuni militari in divisa si concedono una sigaretta.  
A dieci giorni dall'alluvione che ha colpito in particolar modo il metapontino, i massimi dirigenti regionali della principale Organizzazione degli imprenditori agricoli hanno convocato un incontro per fare il punto: dopo la conta dei danni si pensa alle strategie necessarie a far ripartire il settore primario lucano gravemente colpito la scorsa settimana dalle esondazioni dei fiumi. Centinaia gli imprenditori agricoli delusi e arrabbiati che si sono dati appuntamento per ascoltare, ancora una volta, che era già stato tutto previsto e che il disastro si poteva in parte evitare. Tra questi, la signora Rosa Leone di Scanzano Jonico dell'Azienda Agricola Antica Fattoria che porta con sé, in tasca, una richiesta di riscossione da parte di Equitalia. Un'azienda modello: così la signora Leone parla della sua attività che ha puntato sui metodi di coltura biologici e sul connubio agricoltura-turismo. Dieci ettari di terreno coltivati a pesche, pere, mele e olive che hanno subìto danni perché “da anni nessuno pulisce le bonifiche. E noi, già da una settimana prima che si verificasse l'alluvione, abbiamo denunciato questa situazione, prevedendo le possibili conseguenze”. Oltre al danno, dunque, la beffa: entro 60 giorni l'azienda dovrebbe versare quasi 900 euro al Consorzio di Bonifica, ma la signora Leone non ci sta: “Fino ad oggi ho sempre pagato, senza ricevere evidentemente un servizio adeguato, ora non lo farò più”.
La sua testimonianza pare avvalorare una delle proposte avanzate da Coldiretti: l'istituzione di contratti di manutenzione ambientale da affidare direttamente alle imprese agricole, che quotidianamente presidiano il territorio. Nella bozza “Considerazioni e proposte sull'ennesima calamità naturale nell'Area del metapontino – Alluvione del 1° e del 2 marzo” presentata lunedì 14 marzo in Consiglio regionale, Coldiretti suggerisce, inoltre, l'immediata sospensione, con successivo abbattimento, di tutti i tributi fiscali, previdenziali, comunali, provinciali e consortili; attenzione, però, agli sciacalli – avverte il Presidente Coldiretti di Bernalda, Giuseppe Abatepaolo – a chi denuncia danni che in realtà non ha subito. Al tavolo dei relatori, in molti concordano con lui: “bisogna delimitare immediatamente le aree e le aziende effettivamente danneggiate per evitare inutili aiuti a pioggia e soprattutto dobbiamo scongiurare il rischio che la dichiarazione dello stato di calamità resti solo sulla carta”, afferma Giuseppe Brillante, Direttore Federazione Regionale Coldiretti Basilicata, dopo aver ricordato che gli interventi di manutenzione sui fiumi non rientrano purtroppo nell'ordinaria amministrazione ma sono realizzati occasionalmente. Nonostante già nel 1999 e poi nel 2003, il Ministero dell'Ambiente dichiarava la totalità dei comuni materani ad alto rischio idrogeologico, a livello regionale – denuncia Coldiretti – si è fatto ben poco per prevenire questo disastro: sarebbe bastato pianificare interventi di rinforzo degli argini, di pulizia costante dei letti dei fiumi e dei canali di bonifica e magari sarebbe stato opportuno evitare che gli argini del Bradano venissero abbassati in alcuni tratti per consentire la costruzione di un ponte ferroviario e che il flusso fluviale venisse deviato per realizzare svincoli stradali.
Secondo il Senatore Filippo Bubbico, presente all'incontro, l'inondazione, invece, è stata provocata esclusivamente dall'eccezionalità delle piogge: interventi costanti di manutenzione avrebbero certamente attenuato i danni le cui cause, però, non sarebbero da rintracciare né nella realizzazione di opere infrastrutturali e nemmeno nella cattiva gestione di quelle irrigue. Prima di salutare tutti i presenti, Bubbico ha invitato ad agire in maniera unitaria.
“Come più volte chiesto, è necessario mettere in campo un serio ed efficace piano regionale di sicurezza idrogeologica. (...) Non è possibile più aspettare”. Parole di Piergiorgio Quarto, Presidente Coldiretti Basilicata, pronunciate, però, 4 mesi fa, il 5 novembre 2010: non è che faccia molta differenza visto che gli stessi appelli e le stesse considerazioni sono state ripetutamente espresse a dicembre 2008, e poi ancora il 27 gennaio 2011 (straripamento del Sinni) e, più recentemente, il 19 febbraio (straripamento dell'Agri). E ogni volta la conta dei danni descriveva un'agricoltura in ginocchio. I numeri dell'ultima alluvione parlano di circa 2000 ettari colpiti: 100/150 quelli di colture ortive, 80/100 quelli destinati a fragole, 110 ettari di agrumeti, 20 di vigneti, 30 di oliveti e 100 di frutteti, senza contare le superfici a seminativo (1500 ha inondati). Il bollettino, però, non è definitivo: solo a primavera, con la ripresa vegetativa e la successiva fase di fioritura, si potranno valutare le reali perdite. Lo conferma anche l'assessore regionale all’Agricoltura, Sviluppo Rurale, Economia Montana che, nella relazione presentata lunedì pomeriggio in Consiglio, stima che solo i danni accertati ad oggi siano pari a circa 31 milioni di euro. L'assessore pare accettare le proposte della Coldiretti laddove afferma che “dovranno essere necessariamente previste misure agevolative in materia previdenziale, assistenziale e tributaria in favore dei titolari delle aziende agricole danneggiate” e laddove fa riflettere sul fatto che “sicuramente il sistema agricolo può concorrere compiutamente alla manutenzione e salvaguardia del territorio”.

di Marika Iannuzziello-Controsenso del mercoledi del 16 marzo 2011



venerdì 11 marzo 2011

Il maltempo concede una pausa.Metaponto:un lago sembra avere inghiottito le vestigia di un'antica civiltà.Scomparsa l'agorà.

da controsenso del mercoledi 9 marzo
Le previsioni dicono che le temperature scenderanno nelle prossime ore e che la pioggia tornerà a cadere incessante e un freddo siberiano metterà a dura prova l’intera area e i cittadini colpiti.
In queste ore, di “quasi respiro”, si torna nelle zone maggiormente colpite per cominciare a fare la conta dei danni sperando che si possa intervenire nel più breve tempo possibile per cercare di limitarli ed offrire un po’ di sollievo agli abitanti sfollati.
La strada, ci offre un paesaggio sconfortante:intere colture distrutte, alberi e frutti ricoperti di acqua e, laddove se ne è raccolta di meno, interi campi tappezzati da fango e melma. Case distrutte, allevamenti di bestiame allagati e centinaia di animali morti che galleggiano nelle torbide acque.
Arriviamo nella zona vicino al Parco archeologico di Metaponto:il nulla..
Tutto è scomparso, gli antichi resti di una civiltà importante è stata ingoiata dall’alluvione.
Un’ immensa distesa d’acqua , come fosse un lago da sempre esistito, che copre i resti di una memoria storica collettiva che fece di Metaponto la più importante delle città della Magna Grecia.
Lì troviamo alcuni dipendenti attoniti del museo, che guardano con occhi impietriti e lucidi, l’orgoglio del loro lavoro, l’orgoglio della nostra terra andato distrutto, perso.
L’agorà, l’antica città con tutti i resti e gli altri scavi che si stavano lavorando per far tornare agli antichi splendori , tutto scomparso, sommerso.”Ci vorranno diversi giorni per  rimuovere quell’acqua” ripete uno di loro-ma poi nulla tornerà come prima.”E ci racconta come, anche nel novembre 2008, Metaponto si trovò in una situazione simile, che tutti ricordiamo, almeno noi del posto, dalla quale si riuscì a salvare quel tesoro inestimabile, grazie anche alla collaborazione sinergica e tempestiva  e al sostegno di tutti. Una storia che si ripete.
Ma questa volta è diverso. Sarà difficile ripristinare il tutto per riportarlo alla situazione originaria. Diversi milioni di euro di investimenti, per i passaggi , la costruzione di un parcheggio per i turisti nell’area circostante, la riparazione e il recupero dei monumenti, la rete elettrica saltata, tutto è andato in tilt ed oramai  da rifare. Se ci saranno i fondi e se le condizioni climatiche daranno maggiore tregua e permetteranno i lavori. Sgomento e paura. Di essere dimenticati e di aver perso un tesoro immenso e senza paragoni.
Ci allontaniamo per raggiungere la zona delle Tavole Palatine, dove è stato organizzato dalla Protezione Civile, dalla Croce Rossa e dall’Esercito, un campo di accoglienza per gli sfollati.
Circa 20 persone. Donne, uomini ed anziani che hanno perso tutto, casa, bestiame, campi e tutto ciò che avevano ottenuto durante lunghi anni di duro lavoro nelle terre.
Si recano nella mensa allestita dai volontari della Croce Rossa, dove insieme a militari e ad alcuni tecnici possono trovare un po’ di ristoro dal freddo che fuori sta dettando i tempi della loro attesa.
L’attesa di sapere quanto tempo dovranno ancora aspettare, dormendo nelle tende allestite per loro, per poter avere un tetto di una casa che possa accoglierli nuovamente. Per ricominciare a vivere con ciò che resta con la dignità cui mostrano aggrapparsi nonostante la rabbia e lo sgomento e la paura di un futuro poco generoso con loro.

Servizio sanitario:"Urgenti interventi veterinari". Difficile il recupero degli animali:70 messi in salvo e 200 le carcasse.

da Controsenso del mercoledì 9 marzo

Nella zona delle tavole palatine, li dove ci sono due delle aziende interessate all’allevamento di bovini che hanno subito una ingente perdita animale e di strutture abitative , incontriamo i responsabili e gli operatori del servizio sanitario di Matera, che insieme a volontari e tecnici a disposizione si impegnano per far fronte all’emergenza sanitaria che potrebbe giungere qualora le carcasse animali non venissero rimosse.
Insieme a loro forze dell’ordine e militari e i proprietari delle aziende interessate, il tutto in uno scenario quasi irreale che vede interi ettari di terreno, con case abitate, sommersi da acque nelle quali galleggiano corpi di animali bovini.
“Gli interventi sono stati immediati”,afferma il Dr. Berardino Bonora, responsabile dell’area funzionale C dei servizi veterinari. “Non appena ci è pervenuta la notizia dell’emergenza da parte di una delle aziende interessate, sul luogo è stato inviato in primis un gruppo di tecnici dell’area A, che ricordiamo sono addetti della sanità animale i quali ci hanno trasmesso la necessità di recuperare e curare gli animali che erano riusciti a salvare.
Successivamente,abbiamo anche contattato un libero professionista al fine di curare gli animali non appena salvati. Di questi, fin’ora, solo 50 bovini e qualche cavallo sono stati recuperati e curati.”
Le aziende interessate, tra cui quella del Sig. Di Pierro, infatti, oltre a piccole colture di ortaggi, si interessavano di allevamento di bestiame , specialmente bovini, circa 270 di cui fin’ora solo 70 sono stati messi in salvo e altre 200, invece recuperate come carcasse da smaltimento.
“Insieme ai tecnici specializzati e ad una ditta autorizzata contattata dall’ASM,anche i proprietari dell’azienda Esposito si sono prodigati al fine di eliminare nel più breve tempo possibile, tutte le carcasse, le quali dopo essere recuperate, disinfettate, e controllate se in possesso di matricola in modo tale da  cercarli all’interno dell’anagrafe bovina,vengono portati ad incenerimento, unico modo per evitare qualsiasi contaminazione”.
Sicuramente, la celerità dei tempi di azione messa in campo dai veterinari dell’ASM di Matera, è stata anche programmata durante i diversi incontri che si tengono al COM , centro operativo comunale, composto da personale tecnico, che si riunisce due volte al giorno al fine di coordinare il lavoro sul campo e  pianificare lavori ed esigenze e definizioni criticità.
“Questo tipo di operatività”-ci commenta un altro responsabile del  dipartimento  previsione servizi veterinaria, area funzionale C,benessere animali e farmaco vigilanza, controllo alimenti all’origine-Dr.Antonio Piperno-è stata organizzata in maniera efficiente grazie soprattutto alla straordinaria capacità organizzativa dei nostri uomini. Ci siamo adeguati e utilizzato mezzi umani e strumentali più efficienti al fine di  affrontare situazioni difficili di igiene e sanità”.
Certo è che aldilà dell’immane lavoro che volontari, tecnici e personale specializzato compie in queste dure ore di emergenza, l’impressione che qualcosa sia mancato è persistente nelle parole di coloro che intervistiamo. Tra queste si evince una sorta di perplessità circa la capacità di organizzazione efficace capace di intervenire tempestivamente in situazioni di immane catastrofe come quella che si vive in questi giorni. “ E’ auspicabile che incontri organizzativi di prevenzione, venissero programmati anche in periodi “normali”, al fine  di evitare di rispondere ancora più prontamente in questi casi, migliorando enti  e strutture preposte. E soprattutto,sarebbe maggiormente auspicabile che ci dotassero di molti più mezzi, al fine di poter non solo salvaguardare la vita degli animali, ma soprattutto quella della salute dei cittadini”.
Perché “la nostra zona è ricca di falde acquifere e se non si interviene celermente i rischi di contaminazione potrebbero aumentare notevolmente”.

Agricoltura in ginocchio.Parla il prseidente di una organizzazione,l'OP Esedra, Franco Musillo.Danni ingenti al 50%delle colture.Per ora.

da Controsenso del Mercoledì del 9 marzo 2011


L’alluvione dei giorni scorsi ha provocato incenti danni all’agricoltura.
Un settore che da sempre costituisce l’anima e l’economia sia del metapontino  che dell’intera regione.
Un settore che nonostante i continui sforzi stenta, soprattutto nell’era della globalizzazione e della crisi, a produrre i risultati aspettati.
Risultati che sarà difficile perseguire dopo l’onda distruttrice che ha divorato intere piantagioni.
I raccolti ormai sono andati persi e i campi e le strutture fortemente danneggiate. Di questo la Regione Basilicata è consapevole, ed è proprio in tal senso che ha dichiarato lo stato di calamità naturale e  chiesto al Governo, in base alla legge 580, di accogliere  l’istanza e di intervenire, con tutte le risorse possibili, umane, economiche e strumentali, in tempi brevi.
Intere colture distrutte, dicevamo. Già il 2 marzo scorso molte le segnalazioni pervenute dai tecnici di Consorzi tra cui la Op Esedra, che dichiaravano, da una prima indagine effettuata nei campi delle associate, un danno ingente al 50% delle colture e degli impianti arborei, come dichiarato dal Presidente Franco Fusillo.
“La nostra organizzazione ha attivato nell’immediato, il servizio interno per valutare lo stato delle aziende nostre associate. Dal resoconto si evince che le colture in corso di raccolta, finocchio,cavolfiori ed arance sono del tutto sommerse dall’acqua esondata dai fiumi Bradano, Basento e Cavone. Le stesse strutture frutticole sono a “bagno maria” e quindi si può facilmente immaginare quale e quanta sarà la produzione eventualmente di qualità da allocare sui mercati.”
Un mercato messo in ginocchio e una raccolta già commerciata, a principio di campagna, che non si sa potrà essere garantita, dunque. Uno stato di estrema gravità maggiormente significativo se si tiene conto che ha interessato non solo le colture ma “ le stesse strutture operative aziendali,strade, poderi e consortili, attrezzature e le stesse dimore   di chi, per tutto l’anno solare presidia il territorio oltre che produrre per il settore primario”.
Certo è che un primo bilancio è stato fatto e non  lascia molti dubbi sulla gravità della situazione.
“Ma la quantificazione dei danni-continua Fusillo- sarà possibile solo quando l’emergenza sarà finita. Solo allora, potremmo anche delimitare le zone colpite.”
Lo stato di emergenza è ancora in atto e tecnici e operatori sono in allerta e lavorano 24 ore su 24

martedì 8 marzo 2011

Nella casa di Tra cielo e mandarini....

ecco gli effetti dell'alluvione...desolazione, rabbia, incertezza...le immagini si commentano da sole!

A Pierluigi Bersani.Commento sulla bacheca del Segretario nazionale del Pd.Sabato 5 marzo 2011.

Segretario, le sto scrivendo da ragazza del sud, di quel profondo sud che conosce tanto bene in quanto mille volte l'ha accolta a braccia aperte e le ha dato fiducia: la Basilicata.
Concordo in pieno su tutto quello che lei dice ma in queste... ore drammatiche non solo per la Libia, soprattutto per l'Italia, e in primis x quell'Italia del sud, del mezzogiorno che lei ama tanto e che difende a spada tratta, bene , quella regione, la mia regione ora più che mai ha bisogno che la politica si occupi di lei...e non perchè i nostri amministratori regionali e senatori nn lo stiano facendo, ma perchè è il governo che ci sta ignorando!
La gente sta soffrendo, ha perso tutto ciò che possedeva...contadini senza case, distrutte dalle alluvioni di questi giorni,gente senza futuro in quanto un presente non ce l'ha più, parco archeologico, la Magna Grecia,coperta  dall'acqua che ancora continua a scendere inesorabile...e ancora di più...indescrivibile!te e Morte e desolazione regnano sovrani in questa terra tanto amata che tanto ha dato e continua a dare.
Lo dica apertamente al capo Berlusconi, si unisca alle nostre voci che chiedono e hanno bisogno di futuro...invochi più che mai. l'aiuto dello Stato, la sua presenza, il suo aiuto paterno come dovrebbe essere a 150 anni dalla nascita di questa Italia che sembra non voler crescere...si unisca alle nostre voci e insieme a noi cerchiamo di costruire, anzi ricostruire se è possibile, un'Italia migliore.Grazie

La devastazione dopo l'alluvione del metapontino

maltempo in Basilicata. primi soccorsi a Metaponto

Metaponto in alluvione.le immagini parlano da sole...

mercoledì 2 marzo 2011

E' una terra con troppi suicidi.La Basilicata nelle statistiche seconda solo alla Calabria.

Aumentano i casi di depressione-Il male di vivere è una malattia e così va trattata.A togliersi la vita sono soprattutto i giovani e i maschi.

da Controsenso del Mercoled' del 2 marzo 2011
di Antonella Melillo

Nel 2020 sarà la seconda causa d’invalidità al mondo che nulla ha che fare col pessimismo poetico montaliano. La depressione o meglio conosciuta come “mal di vivere”, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità è un’emergenza che va affrontata. E per farlo bisogna intervenire capendo subito e interpretando quei sintomi che, se non vengono presi in tempo, possono modificarsi e far avanzare lo stato della malattia. Perchè di malattia di tratta. Una malattia che colpisce soprattutto i giovani e dilaga senza fare sconti, in tutte le famiglie ed in tutti i gruppi.
Facile condannarli...ma chi non ha mai pensato, anche solo lontanamente al suicidio come facile via di scampo alle difficoltà, piccole, grandi, insormontabili?”Chi- come direbbe il Montale-“non” ha incontrato il mal di vivere?”
Sempre più i ragazzi si sentono soli, la solitudine è forse il male del secolo, perché se da un lato si possiede  tutto quello che serve per la comunicazione (telefonini, internet...) dall'altro ci si sente spesso abbandonati a se stessi e vittime di questa pazza corsa verso non si sa chi o che cosa: vuoi la bellezza estetica, vuoi la carriera, vuoi i meriti da conquistarsi, per essere magari scavalcati da "figli di papà" scansafatiche.
Tante le cause:perdita del lavoro,disoccupazione, crisi economica, chiusure di aziende, lavoratori espulsi dal mercato produttivo,«nuove povertà» che, purtroppo, sono in costante aumento. Ma dietro al gesto estremo di una persona che decide di togliersi la vita - come ci spiegano gli esperti - c’è dell’altro. Ci sono drammi interiori, traumi infantili, situazioni che affondano le radici in fragilità psicologiche.
Ormai, le casistiche e le denuncie relative ai problemi dei giovani rappresentano un argomento tristemente e grandemente attuale. E' un dato acquisito che il numero dei suicidi nei giovani in età inferiore ai 24 anni è aumentato a dismisura; la depressione colpisce il 10% dei ragazzi ed il 40% di questi finisce preda della droga; il 10% delle ragazze soffre di gravi disturbi del comportamento alimentare (vedi anoressia o bulimia). L'uso abituale di sostanze stupefacenti riguardava, in una statistica relativa all'anno 1998, un migliaio circa di bambini di età inferiore ai14 anni, 15mila ragazzi tra i 15 ed i 17 anni e 57mila giovani tra i 18 ed i 20 anni.
Tra le pieghe dei dati statistici scopriamo che a togliersi la vita sono soprattutto gli uomini, con 9 casi di suicidio l’anno ogni centomila abitanti, contro un 2,6 tra le donne. Le fasce di età maggiormente interessate al fenomeno sono tra i 15 e i 24 anni e tra i 25 e 34 anni. Se a questi dati, già sconfortanti, si aggiungono quelli paurosi dei morti e dei feriti per incidenti stradali in auto o in motorino (15-20 morti ogni fine settimana nelle cosiddette “stragi del sabato sera”) ne risulta un quadro impressionante che giustifica l'amaro detto “l'adolescente si ammala poco ma muore molto”.
In Basilicata, poi, c’è un elevato tasso di suicidi (14,6 ogni 100.000 abitanti) che colloca la regione soltanto alle spalle della Calabria (18,4). Numeri destinati a crescere se si fa riferimento al trend di questi primi tre mesi del 2009: da gennaio ad oggi, infatti, incrociando i dati di questura e carabinieri, si sono verificati 8 suicidi, di cui 5 soltanto a Potenza e nell’hinterland. 
E il 2011, appena iniziato segna già un  trend di crescita destinato ad aumentare:nei primi tre mesi dell'anno, infatti, si registrano già 10 casi di suicidio.
Dicevamo una malattia. Curabile per tanti aspetti e tramite diverse tipologie di intervento.
Esistono centri,in Italia,attrezzati alla cura della malattia in tutti suoi stadi. E le terapie sono garantite dal Sistema sanitario nazionale. “Un'équipe di medici – afferma il Dott.  Carlo Altamura, direttore della Clinica psichiatria dell'università degli Studi di Milano e dell’Unità operativa di Psichiatria della Fondazione Irccs policlinico – accoglie il paziente, valutando proprio quei sintomi che sono campanello d’allarme della malattia. Lo psichiatra, il nutrizionista, l’endocrinologo, lo psicologo. Sono tutte figure professionali che possono valutare un disturbo specifico e comprendere se sia o meno legato al mal di vivere.