mercoledì 2 marzo 2011

E' una terra con troppi suicidi.La Basilicata nelle statistiche seconda solo alla Calabria.

Aumentano i casi di depressione-Il male di vivere è una malattia e così va trattata.A togliersi la vita sono soprattutto i giovani e i maschi.

da Controsenso del Mercoled' del 2 marzo 2011
di Antonella Melillo

Nel 2020 sarà la seconda causa d’invalidità al mondo che nulla ha che fare col pessimismo poetico montaliano. La depressione o meglio conosciuta come “mal di vivere”, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità è un’emergenza che va affrontata. E per farlo bisogna intervenire capendo subito e interpretando quei sintomi che, se non vengono presi in tempo, possono modificarsi e far avanzare lo stato della malattia. Perchè di malattia di tratta. Una malattia che colpisce soprattutto i giovani e dilaga senza fare sconti, in tutte le famiglie ed in tutti i gruppi.
Facile condannarli...ma chi non ha mai pensato, anche solo lontanamente al suicidio come facile via di scampo alle difficoltà, piccole, grandi, insormontabili?”Chi- come direbbe il Montale-“non” ha incontrato il mal di vivere?”
Sempre più i ragazzi si sentono soli, la solitudine è forse il male del secolo, perché se da un lato si possiede  tutto quello che serve per la comunicazione (telefonini, internet...) dall'altro ci si sente spesso abbandonati a se stessi e vittime di questa pazza corsa verso non si sa chi o che cosa: vuoi la bellezza estetica, vuoi la carriera, vuoi i meriti da conquistarsi, per essere magari scavalcati da "figli di papà" scansafatiche.
Tante le cause:perdita del lavoro,disoccupazione, crisi economica, chiusure di aziende, lavoratori espulsi dal mercato produttivo,«nuove povertà» che, purtroppo, sono in costante aumento. Ma dietro al gesto estremo di una persona che decide di togliersi la vita - come ci spiegano gli esperti - c’è dell’altro. Ci sono drammi interiori, traumi infantili, situazioni che affondano le radici in fragilità psicologiche.
Ormai, le casistiche e le denuncie relative ai problemi dei giovani rappresentano un argomento tristemente e grandemente attuale. E' un dato acquisito che il numero dei suicidi nei giovani in età inferiore ai 24 anni è aumentato a dismisura; la depressione colpisce il 10% dei ragazzi ed il 40% di questi finisce preda della droga; il 10% delle ragazze soffre di gravi disturbi del comportamento alimentare (vedi anoressia o bulimia). L'uso abituale di sostanze stupefacenti riguardava, in una statistica relativa all'anno 1998, un migliaio circa di bambini di età inferiore ai14 anni, 15mila ragazzi tra i 15 ed i 17 anni e 57mila giovani tra i 18 ed i 20 anni.
Tra le pieghe dei dati statistici scopriamo che a togliersi la vita sono soprattutto gli uomini, con 9 casi di suicidio l’anno ogni centomila abitanti, contro un 2,6 tra le donne. Le fasce di età maggiormente interessate al fenomeno sono tra i 15 e i 24 anni e tra i 25 e 34 anni. Se a questi dati, già sconfortanti, si aggiungono quelli paurosi dei morti e dei feriti per incidenti stradali in auto o in motorino (15-20 morti ogni fine settimana nelle cosiddette “stragi del sabato sera”) ne risulta un quadro impressionante che giustifica l'amaro detto “l'adolescente si ammala poco ma muore molto”.
In Basilicata, poi, c’è un elevato tasso di suicidi (14,6 ogni 100.000 abitanti) che colloca la regione soltanto alle spalle della Calabria (18,4). Numeri destinati a crescere se si fa riferimento al trend di questi primi tre mesi del 2009: da gennaio ad oggi, infatti, incrociando i dati di questura e carabinieri, si sono verificati 8 suicidi, di cui 5 soltanto a Potenza e nell’hinterland. 
E il 2011, appena iniziato segna già un  trend di crescita destinato ad aumentare:nei primi tre mesi dell'anno, infatti, si registrano già 10 casi di suicidio.
Dicevamo una malattia. Curabile per tanti aspetti e tramite diverse tipologie di intervento.
Esistono centri,in Italia,attrezzati alla cura della malattia in tutti suoi stadi. E le terapie sono garantite dal Sistema sanitario nazionale. “Un'équipe di medici – afferma il Dott.  Carlo Altamura, direttore della Clinica psichiatria dell'università degli Studi di Milano e dell’Unità operativa di Psichiatria della Fondazione Irccs policlinico – accoglie il paziente, valutando proprio quei sintomi che sono campanello d’allarme della malattia. Lo psichiatra, il nutrizionista, l’endocrinologo, lo psicologo. Sono tutte figure professionali che possono valutare un disturbo specifico e comprendere se sia o meno legato al mal di vivere.

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